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Fatti di Nuoto

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Fattidinuoto Weekly nr.2: Not Too Bad

3 minuti

Fattidinuoto Weekly, i pensieri sparsi sulla settimana di nuoto, è anche una newsletter, ogni mercoledì mattina nella tua mail. Iscriviti, ed il mio affetto per te salirà veloce come Adam Peaty nella seconda vasca dei 100 rana. 


-186 GIORNI A TOKYO

Che poi si fa in fretta a dire Tokyo: le notizie dal Giappone non sono delle più confortanti, ma non mancano nemmeno i messaggi di rassicurazione, che ci portano a sperare che per i Giochi sia l’anno buono. Un nuovo rinvio sarebbe disastroso e anche poco sensato, Parigi sarebbe troppo vicino, per non parlare di tutti gli atleti che già hanno visto sfumare la possibilità della vita l’anno scorso. Chi glielo dice, ad esempio, a Ryan Lochte che si deve allenare un altro anno per inseguire la qualificazione alla sua quinta 4×200 consecutiva? Già non ha voglia di gareggiare adesso… (scherzo Ryan, ti si vuol bene)

IN ITALIA?

In Italia, ci si allena sì e no, e quello degli atleti d’élite rischia di essere l’ultimo dei problemi se gli impianti non vengono rimessi nelle condizioni di lavorare a regime il prima possibile. Nel frattempo, Meeting e Trofei continuano a venire rinviati o, peggio ancora, cancellati e fare previsioni è praticamente impossibile: solo il tempo ci darà le risposte che cerchiamo, magari non quelle che speriamo. Insomma, i danni del Covid potrebbero non limitarsi all’attualità, ma avere strascichi anche nel futuro, sportivo e non solo.

Quante aspiranti Benedetta Pilato, per esempio, ci sono in giro per l’Italia che non possono allenarsi? E quante non stanno nemmeno imparando a nuotare? Tutto ciò è molto triste.

Contrario di triste è invece Benny, l’originale, che ha appena compiuto 16 anni. No, non è un refuso: prima di compiere SEDICI ANNI è stata vicecampionessa del mondo, primatista e campionessa europea, qualificata alle Olimpiadi e colonna portante del Team Energy Standard alla ISL. Il tutto con la leggerezza della sua età ma con la consapevolezza di chi ne ha il doppio, di anni. Come direbbe Djokovic, “not too bad“.

TOO BAD

Male invece, Klete Keller, che si dichiara colpevole per le azioni di Capitol Hill e si scusa con il suo coach, John Urbanchek, il quale cerca di difenderlo: “Era nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Ora l’ex olimpionico rischia fino a cinque anni di carcere ed una multa di 250.000 $. Almeno non è accusato di aver usato il bear spray  (una versione più potente dello spray al peperoncino) come il chitarrista del gruppo metal Iced Earth, Jon Schaffer, che era presente alla rivolta e si è consegnato alle autorità. Personaggi minori che fanno da contorno ad una vicenda tutta da capire.

Si è capito invece come sia stato possibile l’annullamento della squalifica di Sun Yang, che un anno fa si era visto interrompere la carriera per le conseguenze della famosa vicenda delle provette distrutte, ed ora spera di potersi qualificare per Tokyo: l’incredibile potrebbe avverarsi grazie a Franco Frattini ed alla sua “passionale” difesa dei diritti degli animali. Il nuovo processo è atteso a breve ed è verosimile – a meno di colpi di scena ulteriori – che il CAS confermi la sentenza. Ma l’idea di vedere Gabriele Detti che batte Sun Yang nei 400 stile in vasca a Tokyo mi fa quasi tifare per il contrario.

A PROPOSITO DI VASCA… 

Si gareggia, ed era anche ora. A causa della pochezza di nuoto nuotato che abbiamo visto negli ultimi periodi, la diretta streaming del Meeting di Ginevra mi ha gasato quasi quanto una giornata di Campionati Europei. Certo, la piscina vuota non aiuta allo spettacolo, ma comunque si è visto del bel nuoto. Su tutti, Nicolò Martinenghi, nuova società (CC Aniene) e vecchia, ma buona, abitudine a tirare come un matto tutte le gare. Impressionanti il 50 ed il 100, battuto Arno Kamminga (sì, quello con il papà che esulta con la t-shirt più bella della storia) e confermata la caratura da ranista top mondiale. C’era anche Federica Pellegrini, e vedere un suo 200 stile è sempre un piacere, anche quando fa 1’59” (che ci sta tutto, visto il periodo della stagione).

Alle Tyr Pro Series hanno nuotato in tanti, da Emily Escobedo a Lily King, da Kathleen Baker a Regan Smith, senza che ci sia poi così tanto da dire. Forse la formula a concentramenti, e la conseguente distanza tra atleti che non hanno potuto sfidarsi direttamente, ha penalizzato le prestazioni. Pensa se dovessero riproporre una cosa simile per le Olimpiadi, con gare ognuno nella bolla della propria nazionale, finali in contemporanea e premiazioni in diretta su Zoom… Futuro distopico.

Mi sembra già abbastanza distopico il mondo reale, nel quale succedono cose che non vorremmo mai sentire. Cose che fanno nascere iniziative come quella della SS LAZIO, che merita di essere letta ed apprezzata, e delle quali purtroppo c’è sempre più bisogno.


A prescindere dal colore della tua zona, Fattidinuoto Weekly torna (anche nella tua mail) mercoledì prossimo!

 

 

20 gennaio 2021 36 MIN READ BY: Luca Soligo 0 COMMENT
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Luca Soligo

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